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Ministero dell’Istruzione conferma tutto: ADDIO ALLA RICREAZIONE da settembre | “Non più necessaria ai ragazzi”

Ministero dell’Istruzione conferma tutto: ADDIO ALLA RICREAZIONE da settembre | “Non più necessaria ai ragazzi”
Banchi – fonte pexels – sicilianews24.it

Una novità che potrebbe stravolgere la vita di molti studenti.

La ricreazione rappresenta un momento fondamentale nella giornata scolastica degli studenti, non solo come pausa dalle attività didattiche, ma anche come opportunità per rigenerare mente e corpo. Dopo ore di attenzione e concentrazione, i bambini e i ragazzi hanno bisogno di un intervallo per staccare, rilassarsi e recuperare energie, migliorando così le capacità cognitive e la produttività nelle ore successive.

Durante la ricreazione, gli studenti possono muoversi, giocare, parlare tra loro e liberare la tensione accumulata. Questo momento favorisce lo sviluppo delle competenze sociali, come la collaborazione, il rispetto delle regole e la gestione dei conflitti. Spesso è proprio in questi spazi informali che si consolidano amicizie e dinamiche positive tra pari.

La ricreazione ha anche un impatto positivo sulla salute fisica. Soprattutto per i bambini più piccoli, il movimento è essenziale per uno sviluppo equilibrato. Attività semplici come correre, saltare o giocare all’aperto stimolano la coordinazione, rafforzano il sistema muscolare e aiutano a contrastare la sedentarietà.

Un’adeguata pausa contribuisce al benessere psicologico. Gli studenti rientrano in aula più rilassati, meno stressati e maggiormente predisposti all’apprendimento. Garantire spazi e tempi adeguati per la ricreazione significa investire non solo nella qualità della vita scolastica, ma anche nella formazione di individui più equilibrati e sereni.

Disciplina e uniformità nelle scuole: niente ricreazione per questo Ministero

In Giappone, il Ministero dell’Istruzione impone agli studenti un codice estetico estremamente rigido, che riflette la cultura del rigore e dell’uniformità. Nelle scuole è vietato consumare dolci o snack, e ogni comportamento è regolamentato per mantenere ordine e concentrazione: una sorta di divieto alla ricreazione. Gli studenti non possono indossare piercing, smalti o accessori appariscenti, e anche il taglio di capelli deve rispettare criteri ben precisi.

Le regole non si fermano all’aspetto esteriore più evidente: in molte scuole, agli alunni con capelli naturalmente mossi, chiari o diversi dal nero corvino viene richiesto di dimostrare, con documentazione ufficiale o foto da bambini, che si tratta del loro colore naturale. Questo livello di controllo, pur motivato dal desiderio di equità e coesione, solleva interrogativi sul rispetto dell’individualità.

Scuola
Scuola – fonte pexels – sicilianews24.it
L’educazione come specchio della società: un Paese che “fa scuola”

Il sistema scolastico giapponese mira a formare cittadini rispettosi delle regole, abituati al sacrificio e alla disciplina. Il codice estetico fa parte di una più ampia visione educativa che valorizza la collettività rispetto al singolo. L’idea è che, eliminando le differenze visibili, si crei un ambiente più equo e privo di distrazioni.

Tuttavia, questa omologazione ha anche suscitato critiche, sia a livello nazionale che internazionale, per i suoi effetti sulla libertà personale e sull’espressione dell’identità. Nonostante ciò, per il Ministero dell’Istruzione giapponese, queste regole rimangono uno strumento fondamentale per garantire ordine e rendimento all’interno delle scuole.

Sicilia News 24

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